Domenica prossima il ristorante “La Prova
del 9”, espressione dell’Istituto alberghiero “Saffi”, lascerà l'attuale sede
per riaprire tra circa un mese in uno spazio più grande, che richiederà, quindi,
un maggior numero di collaboratori sia in sala che in cucina. Trattandosi della
creazione di una scuola alberghiera, si potrebbe pensare che non ci siano
problemi di sorta per assumere una ventina di ragazzi diplomati negli
ultimi due-tre anni. E invece, pur cercando da mesi e pur avendo da mesi
messo in bella vista sul nostro sito la richiesta, abbiamo ad oggi ottenuto a
malapena tre curricula. D'altra parte, ogni anno le numerose richieste che ci pervengono
dal mondo del lavoro di fornire nominativi di ragazzi da assumere nei
ristoranti e nei bar restano quasi totalmente insoddisfatte. Colpa dei giovani
che non hanno voglia di lavorare? In effetti, la prospettiva di un impegno
serale, in particolare nel fine settimana quando gli amici escono, ha il suo peso.
Ma credo che la responsabilità principale sia del nostro sistema scolastico, o
meglio, del nostro sistema della formazione professionale, in particolare alberghiera,
distrutta letteralmente negli ultimi decenni dai cosiddetti progressisti della
pedagogia, secondo i quali la scuola deve essere quanto più possibilmente
generalista. Basti pensare alla mostruosità dell'orario scolastico degli
istituti alberghieri, che in prima costringe i ragazzi a misurarsi con ben
sedici (avete capito bene: sedici) materie. Da un punto di vista pedagogico è un
vero e proprio crimine, perpetrato nella quasi totale latitanza dello stesso
mondo imprenditoriale. Il risultato è che nell'intero percorso professionale le
ore di pratica sono residuali rispetto alle altre discipline, con la
conseguenza che soprattutto alla fine del biennio abbiamo percentuali di
bocciati indegne di un paese civile. Peraltro a ripetere o ad abbandonare la
scuola a 15-16 anni spesso sono i ragazzi che hanno un vero interesse per le
attività laboratoriali e pratiche. A resistere sono in gran parte gli studenti
interessati ad un diploma di maturità di tipo generalista, che li
destinerà verso altre professioni, ma non verso quelle per cui la società
investe i suoi soldi perché vi entrino dei professionisti seri e preparati, come
è avvenuto fino agli anni ottanta nella ristorazione e nell’ospitalità. Vale la
pena di ricordare che, pur essendo quella turistica una delle risorse
fondamentali della nostra economia, ogni anno l'Italia continua a perdere
posizioni nella classifica mondiale del settore, anche perché spesso i turisti
rimangono sbalorditi dal pessimo servizio trovato in bar, ristoranti e hotel.
Trovo assai promettente quanto contenuto nel disegno
di legge governativo a proposito dell'istruzione e della formazione
professionale, ma credo che questi temi debbano avere la priorità rispetto a
tutto il resto del programma.
Valerio Vagnoli (“Il Corriere Fiorentino”, 24 marzo 2015)
In un'altra pagina dello stesso quotidiano si può leggere un servizio sul forum "Giovani, crescita e occupazione", durante il quale il governatore Rossi ha dichiarato tra l'altro che "la sinistra, per motivi ideologici, ha sempre detto che la scuola deve formare cittadini, invece deve anche formare lavoratori, non c'è da vergognarsene. È stato uno sbaglio". Si tratta di una svolta politica di notevole importanza, inimmaginabile solo qualche anno fa, quando la Toscana era in prima fila nello schieramento che si opponeva a una più precoce formazione al lavoro.